100 anni di Momonette
La ricordiamo per la sua generosità verso la Fondazione Oikia, di cui apprezzava obiettivi e finalità

Raymonde Marie Guerillot era per tutti Momonette. Così aveva imparato a chiamarsi appena aveva cominciato a parlare, e così era conosciuta da tutti fino all’epilogo della sua lunga vita. Era nata a Levallois Perret, in Francia, nel lontano 1925, ed era rimasta legata alla nazione d’origine con malcelato orgoglio. Ogni volta che sentiva le note della Marsigliese sembrava che si mettesse sull’attenti e si univa al coro. La sua vita, però, era trascorsa molto più in altri Paesi, soprattutto in Italia, che in Francia. Raccontava che da piccola i genitori, che erano diplomatici, si spostavano in sedi anche esotiche, che da bambina era stata in Africa per qualche anno, ma poi aveva dovuto rientrare in Italia per aver contratto la malaria, ed era stata affidata agli zii. In gioventù aveva cominciato a lavorare, presso il Consolato francese a Napoli, e successivamente a Roma nell’Ambasciata, fino al pensionamento. Era piuttosto determinata e fedele nelle sue scelte.
Nel frattempo conobbe l’Opus Dei, e iniziò un periodo in cui si fondevano capacità di gioire per le bellezze della vita e capacità di condividerle nell’amicizia, aggiungendovi il senso soprannaturale. Amava il mare e la montagna, ma quest’ultima era l’ambiente che più la stimolava. Andava ogni anno sulle Alpi, dove ritrovava le stesse amicizie di sempre, che manteneva con lettere e telefonate durante l’anno. Il suo baule era ricco di foto con le amiche nel Residence alpino, o sulla cima di una montagna. Non aveva rinunciato alle vacanze estive in Cadore neanche dopo una brutta caduta con frattura del femore, da cui si riprese con difficoltà.
La sua generosità era grande: non esitava a ricompensare più del dovuto chi le rendeva più facile la vita, o ad ospitare nel suo residence gratuitamente qualche amica. La ricordiamo per la sua generosità verso la Fondazione Oikia, di cui apprezzava obiettivi e finalità.
Giusi Mansi Covino