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finalità

Per il raggiungimento delle sue finalità la Fondazione Oikia, che non ha scopi  di lucro, si propone i seguenti obiettivi:
 

  • Promuovere una “cultura della casa” e sottolineare la valenza pubblica del privato, presentando la domesticità come luogo di acquisizione di abilità sociali e spazio di accoglienza e ospitalità.
     

  •  Valorizzare una “cultura del lavoro domestico”, mettendo in luce lo specifico carattere relazionale dei gesti di cura della  famiglia e della casa e l'importanza del welfare famigliare,  non  riducibile alla semplice esecuzione di un compito materiale.
     

  • Favorire una “cultura della conciliazione tra famiglia e lavoro”, che consenta alla donna di svolgere con serenità i suoi diversi compiti, usufruendo di pari opportunità e di effettiva possibilità di scelta nell’organizzare i suoi tempi di lavoro e di vita personale e familiare.

  • Eliminare ogni forma di discriminazione di donne e bambine, per raggiungere la piena parità di genere, in linea con il quinto obiettivo dei Sustainable Development Goals (SDGs) di Agenda ONU 2030.  La disparità di genere è infatti «uno dei maggiori ostacoli allo sviluppo sostenibile, alla crescita economica e alla lotta contro la povertà».

  • Promuovere stili di vita improntati a una maggiore coscienza ecologica, attraverso la riduzione degli sprechi e una maggiore attenzione nei confronti dei beni della collettività.
     

  • Promuovere una “cultura della professionalità domestica”, incentrata sullo Human Caring attraverso la realizzazione e la promozione di attività e centri per la formazione professionale e umana di collaboratrici familiari, operatrici del settore alberghiero e assistenti familiari, contribuendo a rimuovere gli ostacoli di ordine culturale ed economico che privano queste attività di riconoscimento sociale.
     

  • Potenziare una “cultura dell’inclusione sociale”, rivolgendo una speciale  attenzione  al fenomeno dell’immigrazione femminile finalizzata a lavori di cura,  attraverso iniziative che prevengano la disoccupazione e favoriscano la promozione umana e professionale.
     

  • Favorire una “cultura della solidarietà”, promuovendo buone pratiche per rispondere ad esigenze specifiche di gruppi vulnerabili –minori e anziani- in vista di una maggiore cooperazione sociale.

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