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Nuove povertà e conciliazione famiglia-lavoro

Il nuovo numero de "I Quaderni" della Fondazione Marco Vigorelli
Nuove povertà e conciliazione famiglia-lavoro

Tra i temi più accesi che animano il dibattito pubblico dei nostri giorni, trova ancora spiccata centralità quello della conciliazione famiglia-lavoro, come perno dello sviluppo economico-sociale del nostro Paese. Uno scoglio che, nonostante i grandi passi avanti fatti dalle donne, resta ancora prevalentemente di colore "rosa". E non solo perché è un argomento che ruota attorno alla promozione dell’occupazione femminile, ma anche perché prelude alla promozione del benessere di anziani e minori, oltre che al raggiungimento di una ambita parità di genere, sia nel mercato del lavoro sia nella condivisione delle responsabilità di cura.

La carenza di servizi pubblici e infrastrutture sociali che favoriscano una reale conciliazione tra tempi di vita individuali, responsabilità familiari e tempi di lavoro, tutti fattori ugualmente importanti nel concorrere alla definizione del benessere e dell’equilibrio soggettivo, è tuttora tra le cause più incisive del divario di genere che è possibile riscontrare nei tassi di occupazione.

Parlare oggi di povertà non significa più soltanto rilevare una concreta condizione legata alla mancanza di un reddito, ma vuol dire includere in un più ampio concetto, aspetti legati alla precarietà nel mondo del lavoro, all'impossibilità di accedere a servizi di base, alla difficoltà crescente di ottenere e mantenere una stabilità abitativa. Quando poi, a tali ostacoli e disagi si aggiungono percorsi relazionali ed educativi sempre più fragili, minati da una pericolosa e quanto mai dilagante chiusura comunicativa, ecco che il complesso mosaico di cui si compone la "nuova povertà" dei nostri tempi, diviene un fenomeno grave per ampiezza e profondità.

In questa cornice, prende corpo in modo preponderante, il tema specifico della povertà femminile che continua ad essere molto significativo e ancora troppo sottostimato a livello di dati ufficiali.

Le donne, infatti, ancora oggi sono costrette spesso a superare ostacoli nell’accesso stabile al mercato del lavoro. Inoltre, restano persistenti fenomeni come la concentrazione femminile in settori occupazionali a bassa remunerazione e la frequenza delle loro condizioni di sotto-occupazione o precarietà.

Nella multi-dimensionalità di un contesto tematico così complesso e articolato, si delineano alcuni aspetti insiti nella mission della Fondazione OIKIA, nata con l'obiettivo di valorizzare il contributo unico che la donna può offrire in ogni ambito della società.  In quest'ottica, si apre l'interesse ad una più approfondita riflessione di carattere socio economico e culturale sul valore dei diversi fattori di cui si compone il concetto di conciliazione vita-lavoro/famiglia-lavoro.

Attraverso un' analisi introdotta da Franca Maino, Professoressa Associata presso il Dipartimento di Scienze Sociali e Politiche dell' Università degli Studi di Milano e Direttrice scientifica del Laboratorio Percorsi di secondo welfare, realizzata grazie alle riflessioni di Ilaria Madama (Professoressa in Scienza politica presso il Dipartimento di Scienze sociali e politiche dell’Università degli Studi di Milano), Chiara Agostini (ricercatrice senior del Laboratorio Percorsi di secondo welfare) Orazio Giancola (Sociologo e Professore Associato presso il Dipartimento di Scienze Sociali ed Economiche di Sapienza, Università di Roma) e grazie alle esperienze di  Elena Bonetti (presidente della Commissione parlamentare d’inchiesta sugli effetti economici e sociali derivanti dalla transizione demografica in atto), Sonia Vazzano (coordinatrice delle attività di ricerca e formazione  per la Fondazione Marco Vigorelli), Maria Cristina Alfieri (giornalista e scrittrice, Direttrice della Fondazione Conad Ets), Claudia Maria Arcabascio (Program Manager presso la Fondazione Ufficio Pio) e Irene Rubino (Coordinatrice dell’Ufficio Dati e Disseminazione della Fondazione Ufficio Pio), invitiamo le nostre lettrici e lettori ad entrare nell'ultima pubblicazione dal titolo Nuove povertà e conciliazione famiglia-lavoro  curata per "I Quaderni" della Fondazione Marco Vigorelli, dove è stata scattata una fotografia globale del tema, sulla base di dati ufficiali ISTAT, all'interno della cornice territoriale italiana.

In questa pubblicazione, è possibile cogliere un'attenta disamina della trasformazione del concetto di povertà, ormai in atto nell'ultimo decennio della nostra storia. Una trasformazione che ci richiama ad un capovolgimento di idee perché, come molto bene evidenziato dalla prof.ssa Maino: “la povertà contemporanea non può più essere affrontata con risposte settoriali e frammentate. È necessario un approccio integrato e intergenerazionale, che tenga conto dei legami tra individui, famiglie e comunità e guardi alle politiche di conciliazione vita-lavoro come una delle risposte".

Buona lettura, dunque, a chi vorrà prendere visione di un argomento così importante non solo per le donne, se visto sotto una lente capace di dare ingrandimento ad un nuovo approccio culturale "integrato ed intergenerazionale".

                                                   

Maria Elisabetta Calabrese 

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