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Egoismo consumismo e individualismo

Ecco i mali che affliggono il nostro tempo
Egoismo consumismo e individualismo

La voce di Papa Francesco agli stati generali della Natalità


Egoismo, consumismo e individualismo ecco i mali che affliggono il nostro tempo e che Papa Francesco ha ben sottolineato intervenendo alla IV edizione degli Stati Generali della Natalità. Un’edizione molto contestata dove nel tentativo di riportare la calma il presidente della Fondazione per la Natalità Gigi De Palo, ha dato voce a quella parte di giovani studenti che hanno lamentato politiche repressive da parte del governo tanto da interrompere l'intervento della ministra della Famiglia Roccella. Una giornata difficile, la prima di questo annuale appuntamento su un tema così dibattuto come la Natalità, al quale Papa Francesco ha dato sostegno con la sua presenza e con le sue parole:


«la vita umana è un dono, non un problema»

ha affermato. E sono tre le parole chiave che il Pontefice ha utilizzato in risposta agli slogan di chi al grido "del mio corpo decido io" ha animato tanta contestazione: realismo, lungimiranza e coraggio.


Realismo nel comprendere che inquinamento e fame nel mondo sono frutto di una società delirante, esageratamente consumistica e materialista, costruita su radici fatte di egoismo ed individualismo sfrenato, che portano inesorabilmente a vivere una vita di solitudine e infelicità nonostante sia colma di ricchezza, beni materiali di cui induce a non raggiungere mai il punto di sazietà.

Lungimiranza è la parola che Papa Francesco pone allora nell'individuare «politiche efficaci, scelte coraggiose, concrete e di lungo termine, per seminare oggi affinché i figli possano raccogliere domani. C'è bisogno di un impegno maggiore da parte di tutti i governi, perché le giovani generazioni vengano messe nelle condizioni di poter realizzare i propri legittimi sogni. Si tratta di attuare serie ed efficaci scelte in favore della famiglia». La difficile scelta che ancora oggi molte donne devono affrontare tra lavoro e cura dei figli; precarietà nel mondo dell'occupazione, difficoltà d'acquisto di una casa sono alcuni tra i più impellenti problemi sociali che vanno ad affiancare il bisogno espresso da Papa Francesco di promuovere, a livello sociale,


«una cultura della generosità e della solidarietà intergenerazionale, per rivedere abitudini e stili di vita, rinunciando a ciò che è superfluo allo scopo di dare ai più giovani una speranza per il domani, come avviene in tante famiglie»

Ma non si può costruire il futuro senza avere il rispetto del passato: i giovani e gli anziani insieme sono i veri artefici di un futuro migliore e ricco di speranza. Ed è qui che emerge la parola coraggio perché di fronte al fenomeno della denatalità e alle catastrofi create dalle guerre, pandemie e cambiamenti climatici, lo scoraggiamento giovanile trova linfa per le sue ragioni. Ma non bisogna arrendersi; non deve svanire la speranza, quella forza vitale che serve per costruire insieme al Signore un domani migliore. Per lottare con strumenti di pace verso quest'obiettivo, facciamo nostre le parole scandite dal Pontefice: "Non rassegniamoci a un copione già scritto da altri, mettiamoci a remare per invertire la rotta, anche a costo di andare controcorrente".



Maria Elisabetta Calabrese


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