Una buona tazza di camomilla
Tra virtù e tradizioni

Passa il tempo, passano le mode e con esse gusti e abitudini. Ma a tener testa all'intramontabilità di una tradizione ancora oggi viva nelle nostre case, è il rito di una buona tazza di camomilla! Un rito che affonda le sue radici nella millenaria medicina popolare. Per molte donne in particolar modo, un appuntamento serale quasi irrinunciabile che spesso ci accompagna con delicatezza alla quiete del risposo notturno.
C'è chi in quella tazza preparata con affetto da una mamma, da una nonna o da un'amica, ricorda di aver trovato consolazione per malesseri di stato d'animo e di cuore, e chi sollievo e sedazione per quelli corporei. “Prendila che ti fa bene” ci dicevano con amore, le persone care che ce ne offrivano una buona tazza calda, rassicurandoci che poi sarebbe passato tutto!
E già, perché, dobbiamo ammetterlo, quell'inconfondibile effluvio, tanto più esala dalla tazza bollente, tanto più pervade i nostri sensi fino a farci cedere ad una quiete globale di psiche e soma. A poco poco, vuoi per efficacia, vuoi per effetto placebo, quella delicata infusione che stringiamo tra le mani, ci convince che finché è calda ci fa davvero bene sorseggiarla. Proprio come ce l'hanno raccontato le nostre nonne in famiglia, che dell'antica saggezza speziale hanno avuto fiducia, raccogliendo sin da tempi remoti, consigli e testimonianze delle benefiche virtù appartenenti alla regina dei fiori balsamici.
Ansia, insonnia e astenia, non possono restare insensibili alla sua azione. Come pure mal di stomaco, coliti, crampi e ulcere...un repertorio di sintomatologie tutte accomunabili per miracolosa universalità d'azione, alle peculiari proprietà terapeutiche di questo minuto fiorellino.
E non è tutto: dal bagno profumato, ai gargarismi per schiarire la voce, la camomilla ha spaziato tra i rimedi naturali di più comune uso, in un vasto repertorio di piccoli e fastidiosi malanni quotidiani, come donare freschezza ad occhi stanchi e gonfi con i suoi impacchi di decotto, o lenire rossori di una pelle irritata e pruriginosa, restituendole protezione e luminosità. Non ultime infine, le sue decantate doti in estetica, quando si è mostrata capace persino di ravvivare il colore di bionde chiome di capelli, donando cangianti sfumature dai riflessi dorati.
Forse oggi, tutto ciò può far sorridere, ma quanto si sia fatto largo nel tempo l'uso della camomilla, ci deve far riflettere. Non è infatti da sottovalutare la valenza fitoterapica che per antica tradizione popolare ha reso la camomilla regina dei rimedi naturali sin dai tempi di Dioscoride ed Ippocrate.
Dai metodi empirici, alla moderna scienza farmacologica, oltre a principi attivi dal blando effetto sedativo sul nostro sistema nervoso, nei capolini di camomilla la ricerca scientifica ha individuato oli contenenti derivati azulenici dall'effetto decongestionante per cute e mucose, flavonoidi vasoproptettori a beneficio della circolazione, e cumarine antiossidanti in grado anche di difendere la pelle dai danni solari.
Ecco spiegate alcune delle molteplici buone azioni che ci ha regalato e continua a regalare, lo stringere tra le mani e sorseggiare con calma, una tazza di camomilla.
Una buona abitudine potremmo dire, che va oltre la tradizione. Ed è così dunque, come ce l'hanno tramandata le nostre nonne e le nostre mamme, che proseguiamo a raccontare le sue intrinseche virtù alle prossime generazioni, perché se ne perpetui l'eco per molti anni ancora. Almeno fino a che il mondo della medicina popolare continuerà a rendere omaggio ai bianchi petali che coronano quell'emblematico bottoncino giallo di sua maestà: la Matricaria Chamomilla.
M. Elisabetta Calabrese